Ho il privilegio di incontrare imprenditori appassionati e meravigliosamente visionari.
Alcuni però partono in quarta coi sogni e, come se si trattasse più di una forma d’arte che di un business, dimenticano di avere in mano un’azienda che fa parte di un Mercato e risponde a dinamiche ferree, che non possono essere ignorate.
“Ho dei prodotti ottimi, quindi li faccio pagare tanto,
se il pubblico non risponde è perchè non ha capito.”
“Non pago le persone (o non le pago in tempo), ma il mio progetto merita,
dovrebbero essere onorate di partecipare, invece dopo un po’ se ne vanno.”
“Faccio pochi coperti al giorno,
ma è perchè non facciamo comunicazione.”
“Vendo sempre meno vino,
ma è per la crisi, le nuove generazioni, le leggi…”
In nessuno di questi casi, ci si mette realmente in discussione o si prova a capire cosa c’è di sbagliato nella propria proposta.
Pur di realizzare ciò che si desidera, pur di non venderne i limiti, viene sottratto un elemento (i soldi, le persone) dal sistema; si evita di analizzarlo, in modo che all’apparenza sia tutto giusto.
In realtà, si tratta di un progetto che non sta funzionando, un sistema incompleto e privo di equilibrio.
Un progetto non è sostenibile quando
- mette il sogno davanti a tutto,
davanti alla realtà economica, ai rapporti umani, alla propria salute. - non guarda all’aspetto economico,
non si interessa ai soldi (che addirittura vengono snobbati), non si fa un business plan, non ci si cura delle entrate, non ci si preoccupa delle uscite, non si danno garanzie economiche allo staff - si basa sulle capacità e le energie del fondatore,
spesso si ha troppa fiducia nelle proprie capacità, che per quanto straordinarie non bastano a gestire e far sopravvivere un progetto - le persone coinvolte nel progetto sono insoddisfatte
non vengono adeguatamente retribuite, non vengono coinvolte nella mission aziendale, c’è un frequente cambio di staff - non scende mai a compromessi
Riguardo i principi etico-politici, siamo d’accordo che sia assolutamente necessario. Per il resto, la realtà in cui opera un’azienda è fatta di compromessi, ignorarli è arroganza o immaturità.
La sostenibilità è una caratteristica sistemica: quando c’è un problema economico o con lo staff, è sempre sintomo di un problema (grave) a monte, di una concezione sbagliata che si irradia nelle sue varie forme visibili.
Un’azienda sostenibile lo è in tutti i nodi della sua filiera, dai fornitori fino alla comunicazione, passando per il packaging e i rapporti umani. Se salta anche un solo punto, è compromessa la sostenibilità generale.
Un’azienda non sostenibile è miope: si muove per interesse immediato, ignora le ricadute delle proprie azioni e non si assume la responsabilità sistemica del suo ruolo nel mondo.
Sostenibilità per piccoli progetti
Generalmente, quando si parla di sostenibilità aziendale ci si riferisce ad aziende grandi e strutturate e si parla di:
- i parametri ESG (Environmental, Social, Governance)
ovvero i fattori, insieme a quelli prettamente finanziari, che un potenziale investitore deve controllare di un’azienda per decidere se investire o no: non esattamente lo scenario quotidiano di una piccola azienda che ha altre priorità - le certificazioni
che hanno sempre un costo (ad esempio, BCorp da 500 a 50.000€ annui, in base al fatturato) e di cui non abbiamo assolutamente stima: un’azienda sostenibile ha come caratteristica la longevità, non ha bisogno di ricevere il premio sostenibilità, se vogliamo ha già come “premio” il fatto di rimanere in piedi.
Questi sono strumenti che più che documentare una reale sensibilità ed un impegno verso un futuro più sostenibile, servono a convincere il pubblico, a vendere meglio.
Infatti la maggior parte delle aziende consulenti in ambito sostenibilità, rivolgendosi principalmente a grandi aziende, mette spesso tra i primi vantaggi quello di apparire migliore agli occhi del pubblico (ai limiti del greenwashing, quindi).
Bellissimo, ma non può essere il primo obiettivo.
Questo tema non riguarda assolutamente solo le grandi aziende, anzi, la sostenibilità umana, economica, ambientale di un’attività è ciò che regge in piedi un progetto, è quindi fondamentale per tutti.
Al di là della migliore pubblicità, l’attenzione alla sostenibilità porta vantaggi reali anche ad una piccola azienda:
- longevità del progetto
un progetto sostenibile ha le carte per rimanere sul Mercato, intercetta e anticipa le necessità future, supera meglio le crisi, - riduzione dei costi, dei consumi e degli sprechi
una volta che si accende il faro su ciò che è sostenibile e cosa no, è una conseguenza naturale risparmiare ogni volta che ce n’è la possibilità - benessere personale
un sistema sostenibile è più piacevole da vivere, dona benessere, crea un ambiente più sano - attrazione di persone valide e motivate nel team
un ambiente sano, equilibrato, in cui si ha attenzione al benessere delle persone e dell’ambiente in cui si vive, è sicuramente molto attrattivo. E’ dimostrato che non è per il mestiere in sè o per il ruolo che le persone scelgono o lasciano un lavoro, ma per l’atmosfera generale che si respira, a partire dai rapporti personali. - impatto ambientale minore (e coscienza in pace)
quindi il contribuire alla costruzione di un futuro migliore: un’attività sostenibile è consapevole che ogni scelta è un atto politico, culturale e sociale.
“Negli ultimi anni
le aziende stanno assumendo un ruolo chiave
nel guidare un cambiamento concreto
verso un modello di sviluppo più responsabile.”
Andrea Fumero
Sostenibilità economica
Un progetto è sostenibile economicamente quando:
- le entrate sostengono il lavoro:
niente debiti, niente evasione, trasparenza - la crescita è organica
e dettata da ritmi ed esigenze interne - crea valore duraturo, non solo profitto immediato
Per tabù, per ignoranza, per incapacità, per presunzione, spesso ciò che viene lasciato indietro è l’aspetto economico.
C’è una parte della nostra cultura che considera volgari le questioni che riguardano il denaro.
Ma tutto ha un costo: le scelte che non vengono fatte, le scelte che vengono ritardate, gli aspetti che vengono ignorati, gli impegni che vengono posticipati. Tutto ha un costo.
Non valutare la sostenibilità nel tempo di un’attività, non solo ha come esito il fallimento, ma riempirà il percorso di elementi falsati, distorti, traballanti.
Non volersi occupare di sostenibilità è un lusso, un capriccio, una forma di elitarismo.
E’ facile rifugiarsi nella parte filosofica o estetica di un progetto, è confortante parlare delle cose positive in assoluto, senza tenere conto delle ombre; invece riscendere sulla terra, fare i conti con le effettive possibilità a disposizione, confrontarsi con la realtà, mette scomodi.
Ma è assolutamente necessario.
Non maneggiare i soldi è una caratteristica dei bambini, vuol dire non prendersi la responsabilità di ciò che accade.
Reintrodurre i soldi nel sistema vuol dire far diventare adulto il tuo progetto.
Come misurare la sostenibilità economica
Business plan
un piano economico generale (non è un oracolo, è un’ipotesi, serve per avere una base per aggiustare il tiro in corsa, nessuno pretende che sappiate cosa accadrà) che faccia anche capire quanto ti costa realmente ogni prodotto/servizio venduto, calcolando il tempo e le spese investiti nella creazione, nella comunicazione, nella consegna, nello stoccaggio, ecc.
Sembra scontato, ma tra le piccole imprese lo fanno in pochi e fa tutta la differenza tra un progetto che rimane in piedi e uno che no.
Cash flow
Monitorare le entrate e le uscite mese per mese è un modo molto efficace di capire cosa sta succedendo al tuo business (i soldi sono una metafora).
Se le cose non vanno
- andare in “modalità carestia”
riduzione drastica delle spese (non fare acquisti, soprattutto quelli non fondamentali) e dare fondo al magazzino - procedere in bootstrapping
fare solo i passi per cui c’è già budget disponibile, crescere più lentamente, ingegnarsi a trovare modi più economici per produrre fatturato - adottare un marketing sostenibile
Sostenibilità umana
L’insoddisfazione ha dei limiti, i malumori crescono come un tumore all’interno del progetto, le energie spese a vuoto ad un certo punto finiscono e il burnout è sempre più diffuso.
Un progetto è sostenibile umanamente quando:
- tu che dirigi e coordini stai bene
- i rapporti all’interno del team sono buoni
puoi fidarti dei tuoi collaboratori, il team è coeso, consapevole dell’obiettivo aziendale e soddisfatto del proprio operato (qui approfondiamo leadership e rapporti con lo staff) - il rapporto con i clienti è buono
- i competitor non sono un problema
Come misurare la sostenibilità umana
- leadership
chi coordina il progetto è autorevole o dispotico? agevola il talento degli altri per farli emergere? sa delegare? - soddisfazione dello staff
come sono i rapporti umani? la retribuzione è soddisfacente e puntuale? come vengono considerati, quanto vengono coinvolti, quanto consapevoli e convinti di obiettivo i membri del team? - biodiversità nel team
la diversità è ricchezza, stimoli, punti di vista diversi, esigenze e prospettive non scontate, ecc. La diversità non passa solo per la rappresentanza di generi diversi, ma anche per la presenza di persone di provenienza diversa, di età diversa, con ruoli e responsabilità diverse. Ognuno comporrà un pezzo unico del puzzle.
Se le cose non vanno
- Si riparte dall’ascolto: parla con il tuo staff, fate emergere ciò che non va
- Poi è una questione di leadership: su come condurre un progetto ed essere un buon leader, c’è una lezione della nostra Academy.
Sostenibilità ambientale
Da un po’ di tempo a questa parte, complici le notizie sul riscaldamento climatico e alcuni attivisti come Greta Thunberg, la sostenibilità ambientale è l’unica che viene presa in considerazione.
Spesso sottoforma di green washing.
Occuparsene ora è segno di lungimiranza, dato che le norme stanno andando sicuramente (e fortunatamente) in quella direzione.
Come misurare la sostenibilità ambientale
- ufficio / location
una serie di accortezze che rendono la sede di lavoro un luogo non solo sostenibile ma virtuoso, dove è più facile che accadano cose di valore e di impatto - scelta fornitori e filiera
- materie prime e strumenti utilizzati
- produzione rifiuti e pratiche di riciclo
- trasporti
Impronta di carbonio
un modo per iniziare è calcolare la carbon footprint attraverso strumenti gratuiti (ad esempio, il calcolatore dell’impronta di carbonio del wwf, ma ce ne sono altri)
Se le cose non vanno
- Comunicazione e formazione interne sono la migliore forma di contagio sulle buone pratiche. L’attenzione all’ambiente è una vocazione, sarebbe ideale avere all’interno del team qualcuno con questo interesse o con conoscenze in ambito di diminuzione dell’impatto ambientale
- ci sono molti modi per ridurre costi energetici e impatto ambientale, il consiglio è quello di richiedere una consulenza che possa non solo analizzare il tuo progetto e indicarti la strada da seguire, ma anche formare il team.
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La sostenibilità non è solo un trend attuale per stare al passo coi tempi, non è un vezzo e non è opzionale: sostenibilità vuol dire sopravvivenza, ne abbiamo la massima dimostrazione in natura.
Chi comprende questo aspetto e si mette all’opera, sta già maneggiando il futuro.
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