Ok, ci si chiede di essere sinceri, autentici, di rappresentare noi stessi al massimo delle nostre possibilità.
Ma c’è un rischio: di rimanere confinati nella nostra “bolla”.

Cos’è una bolla di filtraggio

Una bolla di filtraggio (filter bubble) è il meccanismo per il quale i social network (attraverso il criterio della rilevanza) e i motori di ricerca (Google usa 57 indicatori per stabilire chi siamo) filtrano notizie e opinioni proponendoci solo prodotti, fatti e opinioni più affini a noi, alle nostre idee e ideologie.
E’ il personale bagaglio di informazioni dentro cui viviamo quando siamo online.
E’ il motivo per cui alla stessa ricerca Google di due persone diverse appaiono risultati completamente diversi: è creata su misura, a seconda degli interessi, delle pagine che consultiamo, dei click che disseminiamo per la Rete, e più ci si muove, più il web diventa simile a noi.

Il primo a nominare questo fenomeno fu Eli Pariser e la definì bolla perché è invisibile, nessuno sceglie di entrarci e molti non sanno di viverci dentro.

Quali sono le conseguenze delle bolle

A riguardo, dice la sua Matteo Di Pascale, della casa editrice indipendente Sefirot:
“Siamo tutti a rischio ripetizione.
Ordiniamo il vino che sappiamo piacerci; mettiamo l’aglio nell’olio sempre in camicia (o sempre sbucciato); tagliamo le zucchine sempre a tocchetti; frequentiamo i posti dove siamo già stati bene; andiamo a fare la spesa nello stesso supermercato. Appena scopriamo qualcosa che per noi funziona, siamo tentati di seguire il copione e trasformarlo in uno schema.
Il problema è che così facendo rischiamo di perderci il nuovo, la sorpresa, il diverso che forse potrebbe addirittura piacerci di più.”

Secondo Gianluca Didino, editor di Vice, stiamo assistendo alla frantumazione delle narrazioni contemporanee, nella letteratura, nelle serie tv, nelle stories e nei social. Dice:
“La frammentazione della narrazione è un grave problema, perché ha fatto letteralmente a pezzi l’idea di un mondo condiviso.
Viviamo tutti nelle nostre bolle che hanno pochissimo a che spartire con quelle degli altri e quindi siamo sempre meno in grado di comunicare.”

Nella bolla siamo soli, non è più come essere uno degli spettatori di una tv tematica, per quanto profilata, o di un giornale schierato.
Inoltre la personalizzazione non condiziona solo i nostri acquisti. Ormai in molti usano i social network per informarsi, per cui Facebook & co. stanno diventando fonti di informazione fondamentali.

Continua Didino:
“Uno dei tanti effetti è che poi il tuo vicino di casa si convince che Bill Gates ci sta iniettando microchip nel sangue attraverso il vaccino. Però, in realtà, tu che sei nella tua bolla convinto che l’ultima uscita Adelphi sia la cosa più importante del mondo o che Bernie Sanders instaurerà il nuovo socialismo non sei molto meglio, entrambi avete perso la visione d’insieme.
Questo è molto pericoloso, foss’anche solo perché ci sono persone capaci di agire in questi “punti ciechi” e proporre narrazioni tossiche che minano i fondamenti della convivenza civile.”

Per approfondire:
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