La Nudge Theory si basa sull’idea che piccole modifiche nel modo in cui le scelte vengono presentate possono influenzare il comportamento delle persone senza limitare la loro libertà di scelta.
I “nudge” sono spunti che indirizzano le persone verso comportamenti desiderati in maniera non intrusiva, senza costringerle materialmente, ma facendo leva sul funzionamento del cervello umano.

Spesso i nudge vengono usati per persuadere all’acquisto, ma potrebbero essere utili per rendere più facili scelte che siano nell’interesse della persona, della società o dell’ambiente.

Ecco alcuni esempi di nudge:

Limiti di tempo (scarcity principle):

Il nudge forse più diffuso. Comunicare la scarsità di un’offerta (spesso senza che sia vero) gioca sul timore di perdere un’opportunità.
Esempio ko: “Solo 5 posti rimasti!” oppure “Offerta valida fino a mezzanotte!” creano un senso di urgenza che può spingere le persone a prendere una decisione più rapidamente.

Scelta predefinita (Default option):

La scelta predefinita favorisce il comportamento desiderato.
Esempio ko: Impostare automaticamente la partecipazione ad un’attività fa sì che molte più persone accettino di partecipare rispetto al caso in cui debbano attivamente iscriversi.
(Nel caso di iscrizione online ad un servizio, è stato stabilito che l’uso di opzioni pre-selezionate tramite caselle già barrate è illegale: occorre che le persone barrino le caselle manualmente.)

Posizionamento delle opzioni (Choice architecture):

La scelta è tecnicamente libera, ma il posizionamento influenza le decisioni.
Esempio ko: In un supermercato, vicino alla cassa sono posizionati i prodotti da scelte d’impulso per incentivare l’acquisto all’ultimo minuto di ciò che altrimenti il buonsenso non permetterebbe di acquistare.
Esempio ok: In una mensa, porre i cibi più sani all’inizio del banco del buffet o a livello degli occhi incoraggia le persone a scegliere cibi più salutari.

Norme sociali:

Sapere che gli altri stanno facendo qualcosa può spingere a conformarsi a quella norma sociale.
Esempio ko: Su In alcuni ecommerce, nella scheda del prodotto ci sono i suggerimenti di acquisto di altri prodotti sulla base di cosa hanno acquistato gli altri.
Esempio ok: In una bolletta elettrica, un’azienda potrebbe scrivere “La maggior parte dei nostri clienti utilizza meno energia rispetto a te”, per incentivare i consumatori a ridurre il proprio consumo energetico.

Suggerimenti visivi o emotivi:

Segnali visivi influenzano le scelte in modo più emotivo, senza arrivare alla coercizione.
Esempio ok: Etichette sugli alimenti con emoticon che esprimono la felicità o la tristezza a seconda che il prodotto sia salutare o meno.

Promemoria:

Un piccolo promemoria può essere sufficiente per indurre l’azione, senza forzare la decisione.
Esempio ko: Le compagnie aeree inviano promemoria via e-mail per incoraggiare i clienti a prenotare un volo o a completare una prenotazione.
Oppure siti di ecommerce inviano una mail per ricordare che non hai terminato l’acquisto (carrello abbandonato).

Contabilizzazione visibile dei risparmi:

Le informazioni rese visibili funzionano da incentivo.
Esempio ok: Mostrare quanto si sta risparmiando ogni volta che si usa una borsa riutilizzabile può spingere le persone a continuare a fare una scelta ecologica.

“Aiuto” nei processi decisionali:

Agganci a procedure esistenti in modo che il comportamento desiderato sia incentivato senza che il cliente debba fare uno sforzo consapevole.
Esempio ok: per incentivare l’uso delle scale al posto di quelle mobili, le scale sono state trasformate in una tastiera di pianoforte.