Il marketing non è (solo) pubblicità. Anzi, serve molto prima.
Ma cos’è il marketing?
E’ tutto quello che facciamo per mettere sul mercato il nostro prodotto o servizio.
E’ diverso dalla comunicazione, che è ciò che facciamo per raccontare agli altri il nostro prodotto o servizio, ed è diverso dalla promozione, in cui ci concentriamo sulla vendita di quel prodotto o servizio.

Costruire il brand

Partiamo dall’inizio: tu hai un progetto.
Perchè sopravviva deve avere un motivo di esistere (in gergo, mission) e deve offrire qualcosa (proposta di valore) di cui le persone hanno  bisogno.
Il modo in cui la tua attività costruisce l’offerta (modello di business), in cui viene percepita dagli altri e prende uno spazio all’interno della comunità (posizionamento) è il brand.

Il marketing individua questi elementi della tua attività (con l’identità di brand) e li organizza attraverso una strategia, in modo che siano comprensibili e fruibili dai potenziali interessati (target).
Il lavoro di individuazione e di posizionamento è fondamentale ed è propedeutico a quello di promozione e comunicazione, che arriva in ultima istanza, come diretta conseguenza.

Serve il marketing a micro e piccole imprese?

Se nel tuo settore ci sono altre aziende che offrono un prodotto o un servizio simile al tuo (i famosi competitor), hai bisogno del marketing per differenziarti e farti scegliere.
Qualsiasi sia la dimensione della tua attività: non è una questione di budget, ma di mentalità.
Se vuoi che le cose cambino, se vuoi che il tuo progetto abbia un impatto, devi dotarti di strumenti dedicati. Non puoi andare a braccio, non funziona (più).
Una strategia marketing seria non ti farà perdere la faccia, non snaturerà il tuo progetto, non ti chiederà sforzi che non puoi permetterti.
Ma è necessario che tu capisca che, senza costruire un brand (quindi senza marketing), sopravvivere nel mercato attuale è quasi impossibile.

 

credo che oggi più che mai il marketing, la comunicazione e il web marketing
possano dare un grande aiuto alle piccole e medie imprese,
alle associazioni, ai professionisti, ai consorzi e agli enti locali.
Pur avvertendo fortemente il peso della crisi,
questi soggetti restano la spina dorsale del paese Italia,
e anche se con limitate risorse, si rivelano le realtà più dinamiche e flessibili al cambiamento
e le più probabili protagoniste di una nuova fase di mercato.

Alessandro Martemucci

 

Bloomywild parla alle micro e piccole imprese

Il mercato italiano è frazionato in tante piccole imprese, più di altri mercati.
In Italia, infatti, ci sono quasi 3.500.000 di liberi professionisti, che ne fanno il più grande mercato europeo di partite iva.

C’è chi vorrebbe fosse fatto solo di grandi aziende centralizzate, più competenti, più efficienti, più competitive, più performative.
Ma penso che una rete di piccole aziende sia vitale per il mercato, nello stesso modo in cui la rete di capillari porta sangue ed energia in ogni zona periferica del nostro corpo.

 

Ignazio Silone, che deluso paragona la situazione italiana a un corpo stanco,
fa l’elogio delle organizzazioni capillari che possono ritemprare le energie
come le zollette di zucchero in bocca a un bambino.
Valerio Ochetto

 

Una struttura fatta di tanti moduli, come potrebbero esserlo le tante piccole e micro aziende del nostro Paese, permette al mercato di avere funzioni diversificate e autonome (immagina un organismo centrale che non ha periferie: è sicuramente più semplice ed efficiente, ma ha poca diversificazione, meno capacità di reagire a stimoli diversificati); ma soprattutto crea un ambiente più umano, sfaccettato, accessibile, di fatto più vivibile.
Non esiste solo l’efficienza a questo mondo e comunque, anche se impresa ardua, introdurre l’efficienza nelle piccole imprese è possibile, inserire umanità nelle grandi industrie è praticamente impossibile.

 

In quella zona dell’animo dove si depositano le sensazioni giovanili,
c’è il ricordo di un Canavese diverso, più povero ma più umano,
e probabilmente anche il rimorso per aver contribuito, con la grande fabbrica,
a distruggere quel tessuto di piccole imprese che giustificava quel tipo di vita,
e la volontà quindi di riparare progettando una ricomposizione sociale adeguata ai nuovi tempi.
Adriano Olivetti. la biografia, Valerio Ochetto

 

Portare il marketing anche nelle piccole imprese, per Bloomywild è una missione. L’obiettivo non è cambiare l’economia che, nel bene e nel male, ha già una sua strada segnata; l’obiettivo è ricostruire la comunità, attraverso il supporto alle piccole attività, sostenerne i membri, oliare i meccanismi del lavoro e della micro imprenditoria, che ora vive in un malessere diffuso, a causa di sforzi malposti e energie mal spese.

E’ giusto che le attività che portano giovamento agli altri prosperino e che la comunità ne sia arricchita, è giusto che l’imprenditore e chiunque si accolli di costruire un progetto che fa bene agli altri non soffra costantemente la pressione del mercato (e del governo e fiscale e ..). Ma che alzi la testa, che possa svolgere bene il proprio lavoro, che sia riconosciuto come apporto virtuoso e positivo per la società.