“L’amore non vissuto: nei piú spietati con sé stessi, si trasforma in arte. Nei temperamenti piú dolci, in una forma ecumenica di compassione. Tutti gli altri
ospitano un sepolto vivo, che approfitta di ogni distrazione. Occorre un continuo stato di veglia, una traccia di rabbia persistente, per non farsi incrinare dal suo lamento, che è il proprio
lamento – la prima voce
dentro la propria voce.”
“Magnifico e tremendo stava l’amore”, Maria Grazia Calandrone