I social network sono uno dei mezzi di promozione più diffusi, ma non per questo sono il canale ideale per tutti.
Pur essendo indubbiamente utili, come strumenti per promuovere la tua attività mostrano dei limiti abbastanza importanti, soprattutto se sei sensibile a tematiche etiche, politiche e di qualità della vita.

Il dio algoritmo

Il principale problema dei social a mio avviso è che sono sbagliate le motivazioni alla base del loro utilizzo.
Spesso si apre un profilo perchè:

  • “con la comunicazione risolvo il problema di avere pochi clienti/prenotazioni/acquisti”
  • “ho bisogno di follower a cui vendere i miei prodotti”
  • “ce l’hanno tutti, non voglio essere da meno”

Un pulviscolo di azioni disarticolate da compiere per nessuna ragione e in nessun ordine particolare,
promosse secondo criteri tanto imperscrutabili quanto banali
da un feed algoritmico che declina qualsiasi responsabilità nel portarti il più possibile lontano da te:
dove non vuoi essere, ad agire inutilmente, verso nessuna direzione,
a sbriciolare il tuo tempo, la tua attenzione e la tua concentrazione
per mettere a tacere l’ansia e la paura.
Ivan Racheli

Seguendo il miraggio di vendere di più, si iniziano ad inseguire “le regole dei social” per cercare di compiacere più possibile l’algoritmo.
Questo approccio ha diversi limiti:

  • L’algoritmo non è pensato per gli utenti (nonostante quello che dicono)
    I social network sono aziende private che hanno un modello di business pensato per fatturare.
    L’algoritmo è il mezzo con cui raggiungono il loro obiettivo. Come funziona precisamente questo algoritmo non lo sanno nemmeno gli addetti ai lavori, che poi cercano di carpire e vendere “i segreti” per aggirare/influenzare/sfruttare l’algoritmo, come se fosse una guerra tra noi e le piattaforme.
    Sappiamo che la strategia di queste piattaforme prevede di far stare gli utenti più a lungo possibile connessi per ricevere più soldi dagli inserzionisti, ma questo sistema non ti garantisce affatto di raggiungere i tuoi obiettivi.
    Anche agenzie che, per le sponsorizzazioni su Meta, gestiscono complessivamente budget milionari si lamentano di non ricevere assistenza, vedere chiusi profili clienti da un momento all’altro e senza capirne la motivazione, di non avere garanzie di alcun tipo, pur di fatto essendo partner di queste piattaforme.
  • Se lo fanno tutti, non ti distingui
    Se poi i consigli dei professionisti vengono seguiti da tutti, va da sé che non c’è nessuno che spicca, nessun vantaggio competitivo per nessuno, quindi a che scopo seguirli?
  • Non è umano
    Creazione di centinaia di contenuti da dare in pasto all’algoritmo, frequenza di pubblicazione da catena di montaggio, ansia da like.
    All’uso dei social viene associata la necessità di sacrificio, di compromessi, ed è pieno di “non vorrei ma devo”.
    Tutto questo non è umano. E se non è umano, non funziona nemmeno PER gli umani. Né per chi produce contenuti, né per chi li riceve, perchè tutto ciò che viene pubblicato con pessime premesse, arriva male al destinatario, porta un messaggio negativo.

Siamo sicuri di voler alimentare questo sistema?

L’uso dei social network potrebbe non essere la soluzione migliore anche perchè:

  1. Non sono più così vantaggiosi
    Rispetto ad altri canali, il vantaggio in termini economici, di tempo e di energie necessarie per avere risultati si sta assottigliando.

    • la scala è sempre più grande, è così affollato e la competizione è così alta che non è più così vantaggioso nè esserci nè sponsorizzare (essendo un sistema d’asta in cui vince chi mette più soldi);
    • gli standard qualitativi dei contenuti (foto, video, testi) permettono sempre meno l’utilizzo da parte di non addetti al settore;
    • la gente soffre sempre più la pubblicità.
      Secondo un report di Hootsuite “La pazienza dei consumatori nei confronti dei brand sui social media è al limite.
      59% delle persone pensa che ci sia troppa pubblicità dei brand sui social media
      52% delle persone è esausto a causa dei contenuti autopromozionali del brand sui social
      1 su 3 le persone preferirebbero che non ci fossero affatto contenuti dei brand sui social media”.
  2. Non ne hai il controllo
    • il formato dei contenuti cambia da un momento all’altro;
    • il numero di visualizzazioni e di destinatari dei tuoi contenuti è frutto di una scelta arbitraria delle piattaforme
    • il famoso algoritmo è ignoto: il meccanismo è sconosciuto anche agli addetti ai lavori, si va per intuizioni, fughe di notizie, ecc
  3. Polarizzano il dibattito
    E’ stato appurato che l’algoritmo premia, rendendoli più visibili, estremismi e litigi; la polemica è incoraggiata; più si anima la vicenda più ne traggono vantaggio. Tutto questo fa bene alle tasche delle piattaforme, perchè aumenta le visualizzazioni e le interazioni (quindi il tempo speso sui social), ma non alla nostra società. Quale mondo vuoi abitare?
  4. Tu sei il prodotto che le piattaforme vendono
    Il loro obiettivo – farti passare più tempo possibile lì sopra per esporti più tempo possibile alle inserzioni pubblicitarie – a meno che non usi anche tu contenuti sponsorizzati, non coincide col tuo – condividere i tuoi contenuti per promuoverti.

    • i like aumentano se tu non apri la piattaforma dopo una pubblicazione
      Questo perchè per incentivare il tuo accesso alla app, convinti che ogni stimolo ed ogni notifica possano tentarti, aumentano le visualizzazioni della tua pubblicazione che ha come conseguenza diretta un aumento dei like e quindi della tua curiosità.
    • se sponsorizzi, penalizzano il tuo traffico organico (cioè quello non a pagamento)
  5. Non fanno bene alla salute
    La conseguenza di questa serie di fattori è che la nostra salute mentale non ne giova.

    • sappiamo che sono consapevoli che l’uso porta a depressione ed ansia (Facebook leak);
    • è sempre più diffusa la FOMO (Fear Of Missing Out): la forte sensazione di esclusione e di perdere eventi importanti per la propria vita di chi non accede assiduamente ai social network

Una comunicazione sostenibile NON può basarsi su mezzi tossici (per chi ci lavora e per chi li frequenta).
Allora, che si fa?
Il nostro consiglio è quello di usare i social network con coscienza e parsimonia, consapevoli delle loro caratteristiche, in base a ciò che suggerisce la strategia del tuo brand, ma di considerare la possibilità di usare anche altri canali di promozione.